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Lo staff del Poli Hotel è diventato “papà”. In questi giorni l’hotel di proprietà della famiglia Poli ha deciso di dare vita ad una bella iniziativa assieme all’amico apicoltore Mauro Borroni, scegliendo di ‘adottare’ un alveare i cui frutti potranno essere gustati dagli ospiti dell’hotel nelle loro colazioni.

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“Perché lo facciamo? Lo facciamo – ci dice Luigino Poli, direttore della struttura alberghiera di San Vittore Olona – per diversi motivi. Perché vogliamo dare sempre il meglio ai nostri ospiti. Perché vogliamo sostenere il lavoro di quelli che noi chiamiamo i  nostri #localheroes ovvero   persone speciali che riescono a trasformare la loro passione in prodotti alimentari e gastronomici buoni e sani. Persone che grazie al loro lavoro e al loro sapere proseguono e innovano le nostre tradizioni gastronomiche e contribuiscono alla conservazione e alla valorizzazione dei luoghi e delle aree naturali che ancora resistono nel nostro territorio. La Direzione del Poli Hotel  chiama tutto questo #VisioneDOP (Denominazione di Origine Poli). Non è solo un percorso per offrire prodotti e servizi di qualità, è anche un modo di fare impresa è creare benessere per tutti i soggetti coinvolti attorno ad un sistema coerente di valori. “

 

Vincenzo “Rock” Marconi è lo chef del ristorante “La Fornace” situato all’interno del Poli Hotel. Lombardo di nascita Marconi ama unire nella sua cucina la tradizione della sua regione e mediterranea con forti richiami ai sapori e alle tecniche derivate dalle sue molteplici esperienze professionali all’estero (Stati Uniti, Spagna, America Latina, Giappone, ecc.). Una visione gastronomica che valorizza il buono in quanto valore assoluto a prescindere dal luogo e dall’elemento naturale di provenienza. Marconi chiama questo approccio alla cucina “INCLINAZIONE 23.5“. Un’idea che si può riassumere con il concetto secondo cui tutto ciò che è buono è buono e può essere abbinato nello stesso piatto. Vincenzo Marconi si è fatto conoscere al grande pubblico grazie alla trasmissione televisiva “La Prova del Cuoco” di Rai 1.

Mauro Borroni è uno dei nostri #localheroes. Risiede a Parabiago e fa l’apicoltore di professione dal 2015. Questo dato in parte può ingannare perché Mauro in realtà non ha fatto altro che trasformare in professione l’hobby che con tanta passione gli ha trasmesso suo padre sin dalla prima infanzia. Insomma  in mezzo alle api ci è letteralmente nato e cresciuto. Produce diversi mieli tutti deliziosi e in particolare un miele di flora alpina premiato con l’Ape d’Oro (miglior miele della Lombardia) nel 2017

L’alveare #DOP: visto dalla parte dello chef (Vincenzo Marconi)

“Quando stavamo selezionando i nuovi prodotti destinati al servizio colazioni del Poli Hotel ci è venuto naturale chiederci quale miele potevamo offrire ai nostri ospiti. Doveva essere – ci racconta Vincenzo Marconi – un prodotto coerente con la nostra filosofia di lavoro. Un prodotto prima di tutto buono, realizzato in maniera naturale e sostenibile. Se poi a queste caratteristiche si fosse riusciti anche ad aggiungere il legame del prodotto e dell’azienda con il nostro territorio, sarebbe stato ancora meglio.

 Ci è venuto quindi quasi naturale scegliere l’amico Mauro Borroni che ci è stato presentato proprio da un altro nostro storico fornitore del territorio Gigi Lattuada della Cascina Lattuada. Dopo avere ascoltato Mauro raccontarci come alleva le sue api e dopo avere naturalmente assaggiato il suo miele abbiamo deciso di fare una scelta forte, che fosse anche un segnale di adesione da parte di tutto il #GruppoPoli all’impegno di tante associazioni, volontari e apicoltori che in questi anni sostengono e promuovono iniziative per salvare il mondo delle api minacciato in maniera molto seria non solo dai cambiamenti climatici ma anche da un’agricoltura intensiva che fa un uso scriteriato della chimica. 

Abbiamo quindi deciso di adottare il nostro alveare garantendo l’acquisto di tutta la sua produzione e impegnandoci a mobilitarci con i fatti e non solo con le parole in favore delle api, perché senza le api non esisterebbe la base stessa su cui si fonda il nostro concetto di cucina e di ristorazione, mancherebbero semplicemente i fondamenti del nostro mestiere, quel cibo buono, naturale e sano che è il primo presupposto per creare le cose buone che diamo da mangiare ai nostri ospiti.

Quando poi Mauro ci ha spiegato  nei dettagli il modo in cui lavora, l’attenzione che pone nel non utilizzare prodotti non naturali all’interno dell’arnia. Quando insomma ho colto nelle sue parole la luce della passione mi è venuto quasi naturale scegliere il suo prodotto anche perché io ho sempre avuto un debole per il miele di alta montagna che considero in assoluto uno dei migliori.Devo dire che sono particolarmente contento della scelta di questo prodotto.  Ancora una volta diamo il meglio ai nostri ospiti. E poi quando ho saputo che il viaggio delle nostre #ApiDop termina in Valmalenco  a 1700 metri sul livello del mare, ai piedi del monte Disgrazia, da innamorato dell’alpinismo ho provato una grande invidia per loro. Allora non mi rimane altro da fare che salutare le nostre #ApiDop con un augurio: buon lavoro ragazze! E magari questa estate vi vengo a trovare.”

L’alveare #DOP: visto dalla parte dell’apicoltore (Mauro Borroni)

Quando raggiungiamo per telefono Mauro Borroni lo facciamo mentre è immerso tra i suoi alveari  in uno dei momenti più critici della stagione. 

“E’ passato l’inverno – ci dice – è sto facendo il giro dei miei alveari per controllare il loro stato di salute.  Sono curioso di sapere se anche quest’anno ci sarà la solita partenza ad handicap. Nel senso che probabilmente mancherà sicuramente all’appello qualche famiglia. Poche persone lo sanno ma ai tanti problemi che già abbiamo per il cambiamento climatico,  la cementificazione del territorio e l’uso di pesticidi, adesso dobbiamo anche fare i conti con la varroa un acaro (la Varroa destructor)  che da noi non era presente fino a una trentina di anni fa quando è arrivato dall’oriente trasportato dal traffico commerciale. Oggi è una presenza costante. In alcune annate va meglio in altre va peggio ma un prezzo alla Varroa destructor lo paghiamo sempre.

Per limitare questo fenomeno è possibile trattare l’alveare prima che inizi la covata con una vaporizzazione di acido ossalico, che è un prodotto consentito in apicoltura biologica perché non lascia alcun residuo. Questo trattamento però è efficace solo in parte e solo se si interviene nel momento giusto. Ma quando la famiglia è troppo infestata anche questo trattamento non non riesce a migliorare più di tanto la situazione.

Vede un tempo uno si immaginava il mondo delle api come un mondo idilliaco e sereno ma oggi i nostri problemi sono davvero tanti e per chi fa il mio mestiere oggi il primo obiettivo è proprio quello di tenere in vita le api .

Comunque per venire alle note più liete del mio accordo con il Gruppo Poli devo devo dire prima di tutto grazie a Gigi Lattuada (della Cascina Lattuada) che mi ha spiegato il lavoro che da anni stanno facendo al Gruppo Poli per valorizzare le migliori produzioni del territorio. E’ stato sempre lui a dirmi che in quel momento i Poli stavano cercando un fornitore per il miele. Un miele  che doveva avere delle caratteristiche precise e nelle quali mi riconoscevo (quelle di un prodotto rigorosamente naturale che fosse legato al territorio).

Da qui è nata questa collaborazione che per me – non lo nascondo – è anche motivo di orgoglio perché loro sono una realtà molto importante. Quindi questa cosa mi stuzzica proprio perché è anche un bel modo di farsi conoscere e di far conoscere il mio miele.

Per ora per quanto mi riguarda questo modello di collaborazione è  unico. Lo faccio solo con il Poli Hotel e non con altre realtà anche perché per chi fa il mio mestiere non c’è tanto tempo per pensare ad altro. Una volta che la stagione prende il via devo star dietro alle api e non ho più il tempo per nient’altro.

Adesso ho 200 arnie quasi tutte dislocate in vari punti delle campagne attorno a Saronno. Ho anche un piccolo nucleo di 15 famiglie stanziali in Liguria, giusto per vedere se riesco a fare qualcosa, ma il grosso passa l’inverno qui nella zona.

Tra qualche giorno le regine riprenderanno a produrre le uova, crescerà  il numero di api e dalla metà di aprile in poi ripartirà la stagione. Quindi se c’è qualche problema devo intervenire adesso prima che la vita dell’alveare riprenda.

Se tutto va per il meglio in aprile inizierà la fioritura e potrò raccogliere il primo millefiori di stagione, poi all’inizio di maggio c’è la fioritura delle acacie per cui le api rimangono ancora qui. Finita l’acacia faccio fare alle mie api ancora un po’ di mille fiori e poi dal 10 giugno in avanti le porto tutte in montagna.

Sulle Prealpi Varesine innanzitutto per sfruttare la fioritura del castagno. Poi ne conduco una parte in Valmalenco (intorno ai settecento metri) dove raccolgono il nettare del tiglio mentre una seconda parte di arnie viene collocata più su a 1700 metri. Qui riesco a produrre un ottimo millefiori di alta montagna che in realtà è principalmente un mix di nettari di rododendro e lampone.

Alcune arnie vengono alloggiate in Piemonte prima di Macugnaga, dove fanno anche qui un millefiori di montagna. In questo caso siamo intorno agli ottocento metri e questo millefiori è caratterizzato principalmente dalla presenza di nettari di castagno e tiglio. 

Con il Poli Hotel inizieremo le consegne man mano che prenderanno il via le varie produzioni primaverili  ma per quanto riguarda l’estate l’interesse maggiore è per il millefiori di alta montagna. E’ un miele purissimo e molto buono (lo sono anche gli altri per questo). Diciamo che per quanto riguarda questo miele prodotto in Valmalenco le uniche interferenze che le api hanno con l’attività umana sono rappresentate  dal passaggio di qualche escursionista e dei proprietari degli alpeggi.  Stiamo parlando di un prodotto di assoluta eccellenza.

Il mio è un mestiere molto faticoso. Soggetto a tantissime variabili. Però posso dire di avere fatto la scelta migliore quando ho abbandonato il mio vecchio lavoro per seguire questa che era stata la grande passione anche di mio padre. Anzi se ho un rimpianto è di non avere fatto questa scelta molto prima.” 

Lasciamo adesso Mauro Borroni al suo lavoro non senza avergli chiesto come ultima cosa come stava procedendo la ricognizione delle sue arnie: “Nell’autunno scorso – ci dice – ne ho invernate 204. Adesso una volta che avrò terminato di controllarle tutte spero di limitare le perdite dovute al Varroa destructor ad una trentina di famiglie. Sarebbe già un buon punto di partenza per la nuova stagione. “

Allevare api insomma non è un mestiere per tutti. Bisogna avere conoscenza, esperienza, pazienza e una buona capacità di sopportare imprevisti e avversità. Per certi versi sono le stesse qualità che si richiedono agli uomini per coltivare un amore.

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Dove è possibile assaggiare e acquistare il miele di Mauro Borroni

  1. Mercoledì mattina presso il mercato settimanale di Cerro Maggiore
  2. Sabato mattina presso il Mercato Contadino di Saronno (Piazza del Mercato dalle 8 alle 13)

S.S. Sempione 241 Ang. Via Silvio Pellico 20028 San Vittore Olona (MI) - +39 0331.423411 - info@polihotel.com - P.Iva: 09020020963